ER CARZOLARO



Drento ‘nvicoletto de’ ‘sta città marzana
ce sta ‘na botteguccia ‘ntica
‘ndo fanno ‘a fila li poveracci..
quelli che co’ pochi spicci
fanno rinasce scarpe da buttà via
So’ ‘e mani maggiche der carzolaro
‘ntinte ne’’attrezzi rudimentali
manipolati c’ a pazzienza de ‘na vorta
quanno nun se cognoscevano
‘e tecniche moderne
Lui batte e ribatte cor martello
e fa passà ‘o spago n’ dove serve
 e co’ ‘na manciata de chiodi
risola qui carzari pe’ potè camminà
nfino arrivà ncapo ar monno
@Silvia De Angelis 2012

IL CALZOLAIO (traduzione)
Dentro un vicoletto di questa città malsana
esiste una botteguccia antica
ove fanno la fila i poveracci..
quelli che con pochi soldi
risistemano scarpe da gettare via.
Sono le mani magiche del calzolaio
che usano attrezzi rudimentali
manipolati con la pazienza di una volta
quando non si conoscevano
le tecniche moderne
Lui batte e ribatte col martello
e fa passare lo spago ove occorre
e con pochi chiodi
risuola quelle calzature per poter camminare
e poter arrivare in capo al mondo

Commenti

  1. Quanto è tenero questo calzolaio che fa il suo lavoro con bravura e diligenza, è ancora più bello leggerlo in vernacolo romanesco: fa tanta tenerezza. Lirica molto gradita!

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  2. Mi hai fatto ritornare alla mente un ricordo assai lontano. Ero bambina e nella via dove abitavamo vi erano ben tre botteghe di calzolai. Quello che ricordo con più tenerezza è quello di un signore che camminava solo grazie all'ausilio di stampelle e non ho mai saputo cosa gli fosse successo. Associo quel ricordo al sentore intenso di cuoio e di pece. A noi bambini piaceva sostare nelle botteguccia perché quel calzolaio ci raccontava storielle da fare ridere a crepapelle e ci donava sempre un dolcetto. Ti ringrazio di questa poesia che ha suscitato in me profonda emozione.

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