Palazzo Venezia
è un edificio fra i più significativi del Rinascimento. Il palazzo fu
iniziato nel 1455 per volere del cardinale veneziano Pietro Barbo, poi
divenuto papa con il nome di Paolo II, celebre collezionista d’arte, e
concluso entro la fine del XV secolo.
Oltre al progetto, risalgono al
periodo rinascimentale l’appartamento Barbo, i saloni e la loggia
monumentale, l’appartamento Cybo e il giardino-viridarium. Nel 1564
l’intero edificio venne ceduto alla Repubblica di Venezia, che vi
stabilì la propria ambasciata presso lo Stato della Chiesa. Nel 1797, in
seguito al Trattato di Campoformio e alla conseguente fine della
Repubblica di Venezia, passò all’Austria, che a sua volta ne fece la
sede della propria ambasciata.
Tra il 1910 e il 1913 il
giardino-viridarium, oramai noto come Palazzetto, fu smontato e
ricostruito pietra su pietra in un sito più arretrato, così da
consentire l’ampliamento di piazza Venezia. Nel 1916, nel corso della
Prima Guerra mondiale, il Regno d’Italia lo sottrasse all’Austria e
decise di stabilirvi un museo di arte medievale e moderna. Negli anni
venti Benito Mussolini lo elesse quartier generale: oltre a farvi
realizzare il nuovo scalone monumentale, il dittatore fascista ne fece
il suo luogo principale di lavoro e di comunicazione. L’assetto odierno
risale fondamentalmente al secondo dopoguerra. Il complesso accoglie fra
l’altro gli uffici del Polo Museale del Lazio, la Biblioteca di
Archeologia e Storia dell’Arte e il Museo Nazionale del Palazzo di
Venezia, ricco di alcune migliaia di opere di arte medievale e moderna,
inclusi alcuni indiscussi capolavori.
Nonostante l’importanza e la
bellezza Palazzo Venezia negli ultimi anni è gradualmente uscito
dall’orizzonte dei cittadini e dei turisti. La chiusura al pubblico del
giardino, mortificato al rango di parcheggio ministeriale, ha
contribuito a renderlo una sorta di oggetto misterioso. Di 'bella
addormentata'.
Il 20 giugno 2016 il letargo si conclude. L'intero complesso riprende
la scena che gli compete, nel cuore di Roma. Il segno più forte del
cambiamento parte non a caso dal giardino, finalmente restituito al
pubblico. Di qui l’
attento lavoro di restauro e ricucitura,
con l’abbattimento di alcune superfetazioni e al contrario la dotazione
di un arredo urbano adeguato all’accoglienza, che comprende panchine,
lampioni, cestini dei rifiuti, un sistema di videosorveglianza e un
wi-fi gratuito. Di qui anche l’apertura in contemporanea dei
tre varchi di accesso, lungo via del Plebiscito, via degli Astalli e piazza san Marco.
Alla base un’idea comune: far sì che turisti e romani possano trovare
nel giardino un luogo di pace e di relax, in una zona per il resto
contrassegnata, specie durante il giorno, da traffico e rumore.
È
questo il primo passo di un cammino più lungo e ambizioso, vale a dire
di un progetto di completo riassetto museologico, che ha l’obiettivo di
mettere in valore tutte le componenti e gli istituti del complesso.
Piccoli pappagallini parrucchetti volano nel giardino donando allo stesso, una nota di colore (web)
Fotos magistrais que me deliciou ver.
RispondiElimina.
Tenha um domingo feliz
Silvia apenas pelas imagens que vou vendo, Veneza é linda e gosta-se da estátua que apresentas, menos vista, dado haver muito da cidade cidade para ver. Beijos
RispondiEliminaGreat photo and the history of the beautiful garden!
RispondiEliminaInteressante notizie su questo complesso monumentale che passa inosservato. Il giardino restaurato sarà bello da visitare ed estranearsi in pieno centro. Ciao Silvia e buon pomeriggio. Vedi che la quinta foto non si vede!
RispondiEliminaSplendido, ricco e affascinante!
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