CENTRALE MONTEMARTINI
Inaugurata
il 30 giugno del 1912, la Centrale termoelettrica Montemartini fu il primo
impianto elettrico pubblico per la produzione di energia elettrica della
“Azienda elettrica municipale” (oggi Acea).
Venne intitolata a Giovanni Montemartini, economista italiano e teorico più autorevole del movimento delle municipalizzazioni delle aziende di servizi ad interesse pubblico.
Venne intitolata a Giovanni Montemartini, economista italiano e teorico più autorevole del movimento delle municipalizzazioni delle aziende di servizi ad interesse pubblico.
La costruzione
della centrale, su un’area di circa 20.000 mq tra la Via Ostiense e l’ansa del
Tevere, fu affidata alla ditta di costruzione in cemento armato dell’ing. H.
Bollinger di Milano.
L’aspetto
monumentale dell’edificio si giustifica con la volontà di manifestare
l’orgoglio della municipalità nel poter provvedere da sola alla produzione di
servizi per i propri cittadini. Esigenze funzionali e valore estetico si
sposano perfettamente nella struttura sia esterna che interna:
“Le
pareti laterali lunghe erano scandite dai pilastri su cui poggiavano le
capriate paraboliche che reggevano il solaio. Quest’ultimo lungo l’asse
principale si interrompeva per raggiungere uno quota più alta e formare un
lucernaio con finestre a nastro. Il terrazzo di copertura era formato da una
doppia soletta per favorire l’isolamento termico. L’aula era stata divisa in
due aree distinte a seconda della tipologia di macchinario installato.
Lo spazio del lavoro veniva poi connotato attraverso una fascia alta circa due metri in “lapis ligneus” culminante con un fregio con un motivo decorativo a festoni, fiocchi e targhe che correva lungo tutto il perimetro. Una serie di eleganti lampioni in ghisa con globi sorretti da bracci arcuati illuminava l’interno. Sulla parete est era stato sistemato un grande schermo con lo schema dell’illuminazione pubblica.”
Lo spazio del lavoro veniva poi connotato attraverso una fascia alta circa due metri in “lapis ligneus” culminante con un fregio con un motivo decorativo a festoni, fiocchi e targhe che correva lungo tutto il perimetro. Una serie di eleganti lampioni in ghisa con globi sorretti da bracci arcuati illuminava l’interno. Sulla parete est era stato sistemato un grande schermo con lo schema dell’illuminazione pubblica.”
Nel 1933,
fu Benito Mussolini in persona ad inaugurare i due giganteschi motori
diesel da 7500 Hp Franco Tosi, lunghi entrambi 23 metri, collocati
all’interno della sala macchine completamente rinnovata. Un nuovo pavimento a
mosaico disegnava intorno alle macchine cornici multicolori,ancora oggi utili a
visualizzare l’assetto originario.
Nel periodo
fascista, la centrale venne ulteriormente potenziata con lo scopo di sostenere
il consumo energetico previsto per la grande Esposizione Universale che nel
1942 il regime intendeva realizzare nella zona sud di Roma per autocelebrarsi,
ma in realtà mai organizzata.
Durante i
bombardamenti che colpirono la città di Roma tra il 1944-45, anche la Centrale
Montemartini subì alcuni danni, ma per fortuna di poca entità. la Centrale
Montemartini si fece carico da sola dell’approvvigionamento energetico
dell’intera città durante la liberazione. Dopo la guerra fu ulteriormente
potenziata.
Nel 1963 la
produzione di energia elettrica venne interrotta a cause dell’impianto ormai
obsoleto per il quale non risultava più conveniente investire ulteriori
risorse.
Il recupero della ex Centrale Montemartini, esempio di
archeologia industriale
Per circa 20
anni la centrale rimase abbandonata, finché l’Acea non decise di recuperare la
struttura con lo scopo di realizzare uno spazio polifunzionale destinato al
terziario.
Su progetto dell’ingegnere Paolo Nervi l’intervento interessò principalmente la Sala Macchine e la nuova Sala Caldaie. I lavori, iniziati nel 1989, furono realizzati nel rispetto delle forme originali, recuperando parte delle decorazioni e dei macchinari originari, tra questi la grande turbina a vapore del 1917.
Su progetto dell’ingegnere Paolo Nervi l’intervento interessò principalmente la Sala Macchine e la nuova Sala Caldaie. I lavori, iniziati nel 1989, furono realizzati nel rispetto delle forme originali, recuperando parte delle decorazioni e dei macchinari originari, tra questi la grande turbina a vapore del 1917.
Il Museo della Centrale Montemartini parte del polo
espositivo dei Musei Capitolini di Roma
Nel 1997, in
occasione di un ampia ristrutturazione che ha interessato i Musei Capitolini,
un centinaio di sculture sono state temporaneamente trasferite all’interno
della ex Centrali Montemartini ed allestite nella mostra “Le macchine e gli
dei“, creando un dialogo tra archeologia classica ed archeologia
industriale.
In un
suggestivo gioco di contrasti accanto ai vecchi macchinari produttivi della
centrale sono stati esposti capolavori della scultura antica e preziosi
manufatti rinvenuti negli scavi della fine dell’Ottocento e degli anni Trenta
del 1900, con la ricostruzione di grandi complessi monumentali e
l’illustrazione dello sviluppo della città antica dall’età repubblicana fino
alla tarda età imperiale.
L’adeguamento
della sede a museo, il restauro delle macchine e la sezione didattica del
settore archeo industriale sono stati realizzati dall’Acea.
Lo splendido
spazio museale, inizialmente concepito come temporaneo, in occasione del
rientro di una parte delle sculture in Campidoglio nel 2005, alla conclusione
dei lavori di ristrutturazione, è stato confermato come sede permanente
delle collezioni di più recente acquisizione dei Musei Capitolini.
Nei suoi spazi continua il lavoro di sperimentazione di nuove soluzioni espositive collegato alla ricerca scientifica sui reperti; l’accostamento di opere provenienti da uno stesso contesto consente anche di ripristinare il vincolo tra il museo e il tessuto urbano antico.
Nei suoi spazi continua il lavoro di sperimentazione di nuove soluzioni espositive collegato alla ricerca scientifica sui reperti; l’accostamento di opere provenienti da uno stesso contesto consente anche di ripristinare il vincolo tra il museo e il tessuto urbano antico.
Il museo
stesso è inserito all’interno di un più ampio progetto di riqualificazione
della zona Ostiense Marconi, che prevede la riconversione in polo culturale
dell’area di più antica industrializzazione della città di Roma (comprendente,
oltre alla centrale elettrica Montemartini, il Mattatoio, il Gazometro,
strutture portuali, l’ex Mira Lanza e gli ex Mercati Generali) con il
definitivo assetto delle sedi universitarie di Roma Tre e la realizzazione
della Città della Scienza.(WEB)
Eleonora : Una città indescribile, per il suo fascino e colma di attrattive da poter gustare...
RispondiEliminaUn abbraccio, Silvia, Eleonora
Pelas fotos, acredito que seja um museu muito agradável, pela originalidade, de visitar
RispondiElimina.
Cumprimentos
Una struttura architettonica di grande portata, poi abbellita con grandi statue che ne ingentilivano l'opera. Nell'arco dei decenni ha subito dei rimaneggiamenti per renderla più idonea allo scopo per cui serviva. Sono belle le immagini, figuriamoci se vista da vicino. Bellissimo lavoro di divulgazione. Buona serata carissima Silvia.
RispondiEliminaLuisa Alessandri L'arte è sempre motivo di andarle a vedere per conoscere le bellezze e anche per informarsi delle loro belle rappresentazioni.
RispondiEliminanice article guys :)
RispondiEliminaMuito linda e bem ornamentada essa Central! Gostei de ver! bjs, chica
RispondiEliminaArticolo molto interessante, non si finisce mai di apprendere le cose interessanti che il web ci fornisce. Grazie di questa notizia una iniziativa di musei Capitolini molto interessante. Ciao Silvia un abbraccio, Angelo.
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