LUPA CAPITOLINA
Lupa Capitolina, la lupa è l'emblema di Roma, è una statua in bronzo raffigurante una lupa che allatta due gemelli, che rappresentano i leggendari fondatori della città, Romolo e Remo, forse la scultura risalente al V secolo a.C. è di origine etrusca, oggi è conservata all'interno dei Musei Capitolini, rione Campitelli, Roma. La scultura è arrivata ad oggi, ben conservata, superando una serie di vicissitudini dalle invasioni barbariche fino ad un fulmine che la colpì nel 65 a.C. e che le danneggiò le due zampe posteriori e sbriciolò i due gemelli che vennero scolpiti di nuovo secoli dopo. L'animale è posto di profilo, con la testa girata verso lo spettatore le fauci sono semiaperte e i denti aguzzi. Il corpo dell'animale è magro, mettendo in mostra tutto il costato, le mammelle sul ventre sono ben evidenti, anche le zampe presentano un aspetto asciutto e ruvido, e sono modellate in posizione di guardia, la scultura ha un aspetto scarno e rigido, impreziosito da un decorativismo minuto, chiaro ed essenziale, soprattutto nel disegno del pelo, che è reso sul collo con un motivo calligrafico di ciocche a fiamma e che prosegue nelle linee oltre la spalla e sulla sommità del dorso, fino alla coda. Secondo la tradizione fino al 65 a.C. questa scultura era sul Campidoglio e vi rimase finchè non fu colpita dal fulmine, per i romani le statue colpite dai fulmini diventavano sacre e non più visibili, e la lupa venne quindi nascosta dentro il Campidoglio, e fu per questo che sopravvisse alle orde barbariche e all'incuria del Medioevo. Sembra che nel 296 a.C. la lupa fosse posta nel Lupercale e comunque era senza i due gemelli Nel X secolo, la scultura della lupa fu messa, incatenata sulla facciata o all'interno del palazzo del Laterano o della torre degli Annibaldi, posta su una base di pietra sostenuta da grappe infisse nel muro, venne poi nel 1471 spostata nella chiesa di San Teodoro che è alle falde del colle Palatino, e rimase lì fino a quando non venne ristrutturata la piazza del Campidoglio. Nel periodo in cui la scultura era nella zona del Laterano sembra che abbia presieduto alle esecuzioni dei condannati, come documentate da un disegno ritrovato nel 1438 che mostra accanto alla lupa mani mozzate, mani inchiodate alla torre di alcuni ladri, colpevoli di aver trafugato oggetti preziosi della vicina Basilica. Il suo trasloco si deve a Papa Sisto IV che donò la scultura della Lupa Capitolina ai Conservatori che la pagarono con 10 fiorini d'oro, che forse vennero utilizzati per rifare i due gemelli andati distrutti, i quali infatti vennero scolpiti di nuovo da Antonio Pollaiolo. Nel 1473 e la lupa venne collocata sotto il portico del palazzo dei Conservatori, dove rimase fino al 1538, quando venne spostata di nuovo sopra il colonnato che decora il pianterreno del palazzo. Poi nel 1586 venne istallata su un piedistallo posto al centro della stanza che prende il nome per via della scultura di "Stanza della Lupa Capitolina", ed è qui che ancora oggi possiamo ammirarla. Una copia della Lupa è in una sala del palazzo Montecitorio, ed un'altra copia è all'aperto posta su una colonna lungo il fianco sinistro del palazzo Senatorio in Campidoglio. Il mito della Lupa risale alla leggenda dei due gemelli Romolo e Remo, mitici fondatori di Roma, che abbandonati sul greto del fiume Tevere vennero allattati da una lupa. La lupa era un animale sacro al dio Marte e Marte era il padre due due gemelli, infatti secondo il mito si racconta che la vestale Rea Silvia obbligata al voto di castità, fu violentata dal dio Marte, e rimasta incinta, partorì i due gemelli, il padre di Rea Silvia, Numintore, in seguito a questo grave evento, venne scacciato dal trono di Alba Longa dal fratello Amulio, e fu proprio Amulio, per evitare che i due gemelli, suoi nipoti, una volta diventati adulti, potessero rivendicare il trono usurpato, che ordinò che i due neonati fossero posti in una cesta e gettati nel Tevere. La cesta si incagliò presso un albero di fico, chiamato fico ruminale divenuto poi sacro ai Romani, posto sul greto del fiume, nella vallata dove oggi c'è la chiesa di Sant'Anastasia, ed una lupa si prese cura di loro finchè non vennero trovati dal pastore Faustolo. La lupa era sul colle e scendendo dalle alture sentì il vagito dei due bambini ed invece di azzannarli, li pulì dalla melma del fiume e li allattò. Il pastore Faustolo che assistette incredulo alla scena, chiamò gli altri pastori ed allontanò la lupa che se andò via verso il Palatino come un cane mansueto avviandosi verso un bosco che si credeva sacro al dio Fauno e che era di poco distante dal fico, in questo bosco vi era una sorgente e la lupa si nascose all'interno di una grotta, chiamata poi Lupercale. Faustolo che era un pastore, sapeva che Rea Silvia era perseguitata dallo zio Amulio, usurpatore del trono di Alba Longa appartenuto al padre della vestale, Numitore e sapeva anche che i due gemelli avrebbero potuto minacciare il potere di Amulio e per questo erano stati condannati dallo stesso Amulio a morte sicura. Fausolo raccolse i gemelli senza dire nulla agli altri pastori, li portò a casa e li affidò alla moglie Acca Larentia perchè li allevasse. Il termine "lupa" in latino aveva anche il significato di prostituta, e pertanto la vestale Re Silvia per essersi congiunta al dio Marte era stata degradata dal suo rango sociale. Il lupanare nell'antica Roma era il postribolo, e ve ne erano molti nella città, una zona particolarmente malfamata era la Suburra. Un tempo nel giardino a sinistra delle pendici del colle Campidoglio dagli anni venti e fino al 1960 vi era una lupa messa all'interno di una gabbia , venne tolta durante la Seconda Guerra Mondiale, e dopo la fine del conflitto vennero posti due animali una lupa ed un lupo. Secondo alcuni studiosi il mito della lupa con i due gemelli, Romolo e Remo, fu ideato per simboleggiare l'unione di due popoli i Sabini ed i Latini. Il Carcopino sostiene che intorno al 505 a.C. uno dei capi sabini un certo Attus Clausu si fosse trasferito nel territorio romano con più di 4000 persone diventando il capostipite della gens Claudia. Secondo altri invece i due gemelli legittimavano l'istituzione a Roma dei due consoli., mentre altri sostengono che rappresenti l'uguaglianza tra patrizi e plebei raggiunta intorno al 296 a.C. Comunque tutti concordano nel ritenere che il lupo era un animale sacro agli Etruschi, che adoravano il dio Lupo degli inferi rappresentato con la testa di lupo e in pelle di lupo, chiamato anche dio Fauno il dio dalla zampa caprina che ebbe un tempio all'Isola Tiberina nume tutelare delle greggi o Lupercus, al quale era dedicato il bosco chiamato Lupercale. Il lupo per i romani era un dio purificatore e fecondatore identificato anche con Veiovis un dio Marte o Zeus degli inferi, gli dei nell'Olimpo greco e poi Romano governavano indistintamente nei cieli, sulla terra e negli inferi. Alla Lupa è dedicata a Roma la via della Lupa che va da largo della Fontanella Borghese a via dei Prefetti, qui un tempo c'era una fontanella con una testa di animale appoggiata al palazzo Cantalupi, sul portone c'è ancora lo stemma con il lupo. La fontana venne smontata ed ora si trova all'interno dell'androne di un palazzo a via dei Prefetti 17. (WEB)
Essa loba de Roma... Linda!Adoro ver e saber dela! beijos, chica
RispondiEliminaO saber nunca ocupou lugar. É uma lenda que gosto de ler. Verdade ou não, o certo é que conta como verdadeira. Grato pela partilha.
RispondiElimina.
Cumprimentos poéticos
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Pensamentos e Devaneios Poéticos
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Rosanna McFarlin
RispondiEliminaUn post superlativo. Grazie.
Ringrazio gli autori dei graditi commenti
RispondiEliminaGreat blog
RispondiEliminaSuper post
RispondiEliminaNotizie interessanti sul simbolo di Roma, grazie della condivisione, un abbraccio e buon fine settimana, Angelo.
RispondiEliminaMolto interessante la storia della lupa. Un gran bel post! Un caro saluto e grazie per la visita!😊🌷🌻🌹🤗
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RispondiEliminaSiempre me gustó esta loba y su leyenda Silvia. La veía a diario cuando vivíamos en Mérida y me la traje también cuando estuvímos en Pisa, allí mira a la torre inclinada.
http://asimegustaelmundo.blogspot.com/2020/08/y-en-agosto-viajando-con-romanos-32.html
Me encantó tu entrada. Gracias
Buen fin de semana Silvia.
Un abrazo.
Gostei de ler esta lenda.
RispondiEliminaUm abraço e tenha um bom Domingo.
Andarilhar
Dedais de Francisco e Idalisa
Livros-Autografados