IL GRANDE SARCOFAGO LUDOVISI
Il sarcofago "Grande Ludovisi" è un'opera del III secolo conservato a palazzo Altemps a Roma. È alto 1,53 metri, largo 2,73 m e profondo 1,37 m.
Si tratta di una delle opere della scultura romana più famose e controverse, proveniente da una tomba presso la Porta Tiburtina, scoperta nel 1621. Il coperchio, esposto a Magonza, ha subito danni nel 1945: vi sono raffigurate scene di barbari sottomessi e una figura femminile in busto contro un parapetasma (tendaggio).
Descrizione
La cassa, tratta ad altorilievo, è decorata da una grandiosa scena di battaglia tra Romani e barbari (forse i Daci, a giudicare dall'abbigliamento). La convulsa scena è organizzata su quattro piani: i due inferiori sono occupati da barbari a cavallo o a piedi, feriti, morenti o morti; i due superiori da soldati o cavalieri romani impegnati a finire gli avversari o a combattere i nemici residui.
La superficie è animata da un groviglio di figure, tra le quali non si riesce a cogliere un vero e proprio duello (una "monomachia", come nel sarcofago Amendola), ma un accatastarsi di guerrieri, tra i quali spicca al centro la figura dal condottiero a cavallo, con un braccio alzato che fa cenno alla travolgente avanzata che proviene dall'angolo destro e che indirizza su di lui l'attenzione dell'osservatore. Il personaggio è ritratto in maniera precisa, con la testa barbuta ed espressiva e con un segno di croce a "X" sulla fronte (riconoscimento dell'iniziazione mitraica) che ha permesso di identificarlo con uno dei figli di Decio, Ostiliano (morto di peste, del quale si conoscono altri due ritratti con lo stesso segno di iniziazione e con tratti somatici simili) o più probabilmente il maggiore, Erennio Etrusco, che morì in battaglia insieme al padre ad Abrittus contro i Goti di Cniva (nel 251).
Stile
L'opera è caratterizzata da una sapiente composizione che si avvale di linee orizzontali e verticali, che si intersecano su tutto il campo, senza "agglomerati" e zone vuote. Inoltre il rilievo delle figure crea un fittissimo chiaroscuro, con variazioni di effetti a seconda dei materiali scolpiti (panneggi, capigliature, criniere, corazze e cotta di maglia del soldato all'estrema destra), con un frequente uso del trapano.
Confronti si possono fare con opere attiche coeve, anche se il soggetto e la composizione può definirsi peculiarmente romana, in una sorta di preparazione alla rinascenza classicista dell'arte nell'età di Gallieno. (WEB)
Mio papà lo replicò in plastilina, poi calco in gesso e bronzo.. credo una delle cose più belle che abbiamo in casa.. come manualità artistica ho ripreso zero virgola da lui..
RispondiEliminaUma peça de arte incrivelmente pormenorizada e bela.
RispondiEliminaObrigado pela partilha
Abraços
Ringrazio gli autori delle gradite osservazioni
RispondiEliminaQue maravilla Silvia,. Los detalles sos magníficos. Gracia por contarnos su historia.
RispondiEliminaUn abrazo.
Interesting
RispondiEliminaDavvero straordinario. Nessuno è più in grado di realizzare oggi opere del genere. Buona giornata a te.
RispondiEliminaMe has dejado con esta excepcional obra de arte, maravillado, y con tus excelentes explicaciones sobre el mismo que nos ayuda a entender mejor la escena.
RispondiEliminaUn abrazo, amiga Silvia.