LA STATUA DI POLIMNIA PRESSO LA CENTRALE MONTEMARTINI

 

Nel 1928 a Roma vennero ritrovate alcune statue, ma la più bella tra le belle fu proprio lei: Polimnia! 

In via Terni – vicino piazza di Villa Fiorelli (quartiere Tuscolano, VII Municipio)- nel 1928 fu scoperta casualmente una galleria adibita a cava di tufo: proprio lì giacevano, “in riposo ed in attesa”, alcune statue raffiguranti delle Muse, ma la più bella tra le belle risultò essere da subito Polimnia, una delle nove Muse del pantheon greco.

Dal 1997 possiamo ancora ammirare, a tutto tondo, il fascino di tale Musa pensosa all’interno della collezione di arte antica dei Musei Capitolini presso la ex centrale Montemartini sulla via Ostiense. Tale sito, inoltre, è un raro esempo di connubio ben riuscito tra archeologia industriale e archeologia classica: le opere d’arte, infatti, sono state allestite accanto ai primi motori a Diesel (Anni Trenta, famiglia Tosi) che arrivarono a Roma per fornire di energia elettrica al 50% della Capitale. Lo stesso museo, infine, è stato spesso scelto come set cinematografico, poichè sembra di entrare all’interno di una nave: un esempio per tutti, alcune scene del film “Saturno contro” (2007) di Ferzan Ozpetek. 

Ma ritornando alla nostra protagonista greca, Polimnia, dobbiamo ricordare in primis che la fanciulla – figlia di Zeus e Mnemòsine – rappresenta, come già accennato, una delle nove Muse e l’etimologia del suo nome significa “molti canti“, “di gran lode“, poichè Polimnia presiede la pantomima, la retorica, la memoria, grazie al potere del ricordare trasmessole dalla madre.

 

Alta 159 cm, copia romana del II sec. a.C.,questa statua in marmo pario, dopo secoli, presenta ancora una levigatura e patinatura intatta: è proprio la più bella tra le belle anche all’interno del museo!

La giovinetta è rappresentata tutta avvolta in un pesante mantello (siamo in inverno? Oppure si tratta di un’ora tarda?), in un unico volume marmoreo da cui fuoriescono solamente il capo, la mano sinistra ed il piede sinistro cinto da un raffinato sandalo. Mentre la sua mano destra (che si intravvede come sagoma sotto il rigido manto) è chiusa in pugno per sorreggere il peso della sua testa, la sua mano sinistra, invece, stringe un cartiglio, forse un rotolo di papiro, simbolo dell’arte da lei rappresentata.

 

        

Gli archeologi ci ricordano che, nella zona in cui fu rinvenuta questa statua di Polimnia, si estendeva un ampio possedimento imperiale (Horti Spei Veteris) che partiva dall’attuale piazza di Porta Maggiore. Sotto l’imperatore Settimio Severo (Libia, 145 – Inghilterra 211) vennero costruiti un Palatium, uno Stadium e un Anfiteatrum (il cosiddetto Castrense), inglobato poi nelle Mura Aureliane a partire dal 217 d.C.. La staua in oggetto, dunque, molto probabilmente faceva parte di un ciclo di muse al seguito del dio Apollo, come era stato anche per la decorazione del tempio di Apollo Sosiano davanti al Teatro di Marcello. 

Assorta in meditazione, Polimnia adolescente poggia tutto il suo peso su di una rupe che rappresenta, forse, “il limite della realtà”, richiamo moderno a quella siepe leopardiana oltre cui la mente si affaccia agli interminati spazi della poesia. Ogni volta che si è di fronte a questa affascinante e misteriosa opera d’arte si prova veramente l’impressione di essere davanti ad una fotografia in marmo,  ad uno scatto “rubato” ad una fanciulla – assorta nei suoi pensieri e dall’acconciatura non elaborata – che si appresta a divenire donna, manifestando, nella sua posa naturale, un’umanità che sfida i secoli. 

Come per la “Gioconda ” (Louvre) di Leonardo da Vinci, così lo sguardo enigmatico di Polimnia non ci permette di comprendere a cosa lei stia veramente pensando. E chissà se quel papiro, gelosamente stretto nella sua mano sinistra, possa averle comunicato notizie riguardo un suo eventuale amore, visto che il poggiare il proprio capo su di un pugno chiuso raprresentava il segno iconografico della malinconia d’amore….(TIZIANA FIORI)

 


Commenti

  1. La rivedrò a breve nell'ambito delle Architetture impossibili.. ;)

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  2. Buongiorno Silvia Grazie delle foto, hai parlato delle mise e da me ci sono quelle briganti che durante la calura estiva muovono i fili d'erba e spazzano le foglie nel bodco

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  3. Linda e enigmática a estátua de Polimnia.
    Beijinhos e bom fim de semana

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  4. Gracias amiga Silvia por la forma de narrar y de presentarnos a tan bella Musa, que por cierto me ha encantado en todo su conjunto pero, muy especialmente por su bella cara y mirada.
    Gran trabajo...como siempre.
    Un abrazo.

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  5. Silvia una curiosità, ma è proibito di rifargli il naso a quella statua che acquisterebbe un'anima più sincera?

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  6. Davvero bella, con uno sguardo sereno e quasi incantato.

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