LA PIRAMIDE CESTIA

 



La Piramide di Roma è una piramide in stile egizio, la tomba di Caio Cestio. Si tratta di un edificio costruito in calcestruzzo con una ricopertura di marmo, quello bianco di Luni, e ci mostra quanto sia stato vasto l’impatto della cultura egizia nel mondo romano. Caio Cestio, in particolare, rimasto impressionato dalle piramidi in Egitto, decise di farsene costruire una appositamente, però prendendo come modello non tanto le piramidi della piana di Giza quanto le piramidi nubiane, più slanciate e con una diversa pendenza degli angoli (foto 4). Nel suo testamento Caio Cestio scrisse che la piramide si sarebbe dovuta costruire in 330 giorni, altrimenti tutta la sua eredità sarebbe andata perduta; e gli eredi furono tanto veloci che la piramide sorse addirittura con qualche giorno di anticipo. La piramide venne costruita come sepolcro per un settemviro degli epuloni, cioè il sacerdote che aveva l’incarico di curare i banchetti per gli dei, certamente all’interno del periodo compreso tra il 18 e il 12 a.C., cioè tra l’anno in cui fu promulgata una legge a carattere suntuario (contro l’ostentazione del lusso) che impedì, quindi, di porre all’interno della cella alcuni preziosi arazzi, e l’anno della morte di Marco Agrippa, genero di Augusto, menzionato tra i beneficiari del testamento. In particolare, il testamento è scritto su due basamenti gemelli2 che sorreggevano le statue di bronzo originariamente poste sul lato orientale del sepolcro.

Foto 5 / (©Francesca Pontani) Le due colonne rialzate con il restauro del 1663 (maggio 2014)

La Piramide di Caio Cestio si eleva nell’area a sud dell’antica porta Ostiensis (attuale Porta S.Paolo), all’incrocio con la vecchia via Ostiensis, i cui basoli sono ancora in parte visibili all’interno dell’area che oggi racchiude il monumento. Costruito in età augustea sull’onda delle nuove mode che si andavano affermando a Roma dopo la sconfitta di Antonio e Cleopatra ad Azio (31 a.C.) e la conquista dell’Egitto, i lati nord e sud del monumento finirono per rimanere “imprigionati” all’interno del circuito delle Mura Aureliane, costruite nel 271 d.C. L’area sepolcrale tutta intorno la piramide è delimitata da un recinto quadrangolare in opera quadrata di tufo3, aperto sul lato ovest. È qui, all’interno di questo recinto, che sono stati recuperati diversi elementi che erano stati impiegati per l’arredo esterno del monumento, alcuni dei quali in particolare riscoperti nel corso degli scavi promossi nel biennio 1662-1663 da Papa Alessandro VII Chigi: due colonne con fusto scanalato (foto 5), rialzate nel 1663 in corrispondenza degli spigoli del lato orientato verso ovest, alle quali corrispondevano altre due colonne sul lato orientale; due basi che sostenevano statue bronzee di Caio Cestio e le fondazioni di un triclinio per i banchetti funerari a forma di gamma contrapposte. La base della piramide poggia su fondazioni in opera cementizia e blocchi di travertino, mentre l’alzato, anch’esso in opera cementizia, è interamente rivestito di lastre di marmo lunense. La stanza funeraria è rettangolare ed è oggi raggiungibile attraverso il passaggio che venne aperto nella massicciata di calcestruzzo all’epoca dei restauri di Papa Alessandro VII; è coperta da una volta a botte che risulta foderata da una cortina in opera laterizia decorata con affreschi di III Stile Pompeiano (foto 6). Liste nere e rosse incorniciano i pannelli rettangolari bianchi, all’interno dei quali campeggiano vasi lustrali e figure femminili ritratte in piedi e sedute, tutto questo alternato ad alti candelabri (foto 7).

Nei quattro angoli della volta si possono invece ancora vedere figure di Vittorie alate con corone nelle mani, che in particolare convergono verso il centro del soffitto dove, probabilmente, era stata raffigurata l’apoteosi di Caio Cestio, portato in cielo da un’aquila (foto 8). La pavimentazione della cella, oggi completamente perduta, doveva essere stata in opera spicata, come suggeriscono i resti di laterizi rinvenuti durante recenti restauri.

Un ricco corredo epigrafico

La maggior parte delle informazioni relative la costruzione della piramide e l’identità del suo titolare, le conosciamo grazie al ricco corredo epigrafico del monumento stesso. Il proprietario è stato infatti identificato attraverso le due iscrizioni gemelle incise sulla facciata orientale (verso Piazzale Ostiense) e occidentale (verso il Cimitero Acattolico) del sepolcro. (WEB)

Commenti

  1. Prisa se dieron los herederos . Entrar en ella será emocionante.
    Buen abril Silvia.
    Un abrazo.

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  2. Interessante e histórica pirâmide.
    Abraços e um excelente fim de semana.

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  3. Uno stile decisamente inusuale per l' antica Roma ma che ci dice quanto essa fosse attenta all' arte e alla cultura dei paesi conquistati, tanto da farsene, a sua volta, conquistare. Buona giornata a te.

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  4. Buongiorno Silvia ricordo bene quella piramide è vicino alla Bocca della Verità se non dimentico e Rimasi un po' stupito per la verticalità non era grassoccia come quelle egiziani Grazie delle bellissime foto e delle notizie che solo la romana può dare

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  5. Una piramide a Roma, non lo sapevo, ora grazie al tuo post so che ne abbiamo una anche in Italia, non come quelle egiziane ma comunque molto bella.
    Un saluto e una serena nuova settimana a te.

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  6. Assolutamente da vedere, grazie carissima!!!

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  7. Disfruto cada entrada que dejas en tu blog enormemente Virginia las fotos me dejan conocer los lugares y con tus magnificos textos los descubro
    Un fuerte abrazo Silvia

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