UNA RICOSTRUZIONE STORICA E NORMATIVA DELLA CONDIZIONE FEMMINILE TRA ETA' ARCAICA ED AUGUSTEA di Francesca Visconti

 


La necessità di ripercorrere la storia

“Ripercorrere la storia delle donne nell’antichità̀ greca e romana non è semplice curiosità erudita”. Così Eva Cantarella apre il suo ormai celebre saggio, L’ambiguo malanno, dal titolo volutamente evocativo circa la condizione della donna in epoca classica. Negli ultimi decenni, infatti, il sempre più acceso interesse nei confronti della condizione femminile a Roma ha portato ad ampie indagini di natura storica, giuridica e antropologica, focalizzate in particolar modo sulla nascita di quegli stereotipi che hanno largamente influenzato le discriminazioni di genere.

L’assunto dal quale dovremmo partire riguarda l’oppressione femminile come eredità storica e non come prodotto del moderno capitalismo, sottolineando che il carattere economico intrinsecamente legato alla proprietà privata abbia successivamente portato all’inasprirsi del divario sociale fra i sessi, ma non lo abbia creato. Per risalire alla sua origine è necessario addentrarsi nei luoghi antichi della civiltà classica, ma ricostruire la condizione femminile nella storia del mondo antico non è facile, scrive Cantarella[2], perché si tratta di ricavare elementi costituiti da pagine di silenzio. Si tratta, in concreto, di ricercare le tracce di un passato che si è espresso solamente attraverso un’unica voce corale: quella degli uomini.

Talvolta l’approccio metodologico e ideologico delle diverse correnti del pensiero storiografico contemporaneo ha condizionato l’indagine sulle fonti antiche; un calzante esempio è l’annosa questione sull’esistenza di un matriarcato preistorico. Secondo alcuni studiosi, a cominciare da Bachofen, giurista svizzero autore del celebre Das Mutterrecht (1861), nell’ambito del processo evolutivo della società umana, sarebbe storicamente esistita una fase di vera e propria ginecocrazia, cioè: “una società in cui il potere, in tutti i suoi aspetti, era appannaggio delle donne, anziché degli uomini.”[3] In altre parole, venne prospettata l’ipotesi che una situazione di “potere femminile” non solo fosse immaginabile, ma che addirittura fosse una tappa dello sviluppo storico attraverso la quale i popoli antichi fossero passati.

Nel 1877, Morgan con la pubblicazione di Ancient Society formula l’ipotesi per cui tutte le società fossero passate da una fase originaria di orda promiscua a quella di famiglia monogamica attraverso la famiglia matrilineare, confermando l’ipotesi di Bachofen.

Cronologicamente questa fase sarebbe da collegare al momento del passaggio da vita nomade a sedentaria, grazie all’avvento dell’agricoltura. Engels, nella prefazione alla quarta edizione di L’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, riprende il pensiero di Morgan reinterpretandolo come primordiale lotta fra diritto matriarcale e patriarcale, con una vittoria di quest’ultimo.

La fragilità di queste ipotesi venne poi dimostrata, in seguito, grazie ad approfondite indagini storiche che, a oggi, ci rivelano l’impossibilità dell’esistenza, nel passato, di una struttura matriarcale, confermando quindi l’egemonia di un modello maschile che, nel corso dei secoli, non ha mai avuto intenzione di cedere il suo potere.

A Bachofen va attributo, se non altro, il merito di aver indagato la condizione femminile arcaica in maniera sistematica, nonostante oggi non ci sia, lo ripetiamo, nessuna prova dell’esistenza di un matriarcato storico diventato, oramai, un mito. È stata invece attribuita una nuova interpretazione alle tradizioni sulle antiche forme di ginecocrazia, sui miti delle matriarche e delle maghe vendicatrici, viste come proiezioni e pulsioni di paure collettive e latenti negli uomini, trasfigurate poi nella più famosa tradizione della tragedia greca.




Commenti

  1. Muy interesante y bien documentado artículo sobre la igualdad de la mujer en épocas anteriores, y que por lo que estamos viendo al ritmo que que se avanza, esta lucha seguirá por los siglos de los siglos, hasta que se consiga esos derechos de la mujer, en el mundo entero, como es de justicia.
    Un abrazo, amiga.

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  2. Interessante e molto ben articolato il tuo post. Sempre ammirata e sempre lieta di leggerti. Un abbraccio grande Silvia.

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  3. "" A flor existe para perfumar o mundo ""
    "" A MULHER existe para equilibrar o Universo ""
    .
    Uma semana feliz
    .
    Pensamentos e devaneios poéticos
    .

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  4. Ciao Silvia, una lotta impari sin dall'antichità. Per fortuna oggi le cose stanno cambiando.
    Interessante articolo, buona settimana
    Rakel

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  5. Ringrazio i vari autori dei graditi commenti

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  6. Bellisimos cuadros que ilustran el artículo. Unos cuadros de una belleza fascinante realizados con suma perfección y gran Arte.

    La importancia de la mujer en la Historia es indiscutible. Modernos paradigmas sociales hacen que algunas personas adopten una pose. Y una pose puede ser por ideas propias, o por inducción ajena. E incluso hay pose por conveniencia.

    La importancia de la mujer, de forma Objetiva es cierta. Y la importancia de la mujer es vital, igual que la del hombre.

    Citaré solamente, que desde antiguo ha habido sociedades Patriarcales, pero también ha habido numerosas sociedades Matriarcales.

    Y todas sociedades han funcionado perfectamente. La sociedad Patriarcal tenía consejeras mujeres. Y la sociedad Matriarcal tenía consejeros varones. Cosa curiosa todo ello.

    Un abrazo en amistad, alegría sincera, y armonía.

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