LE PRIGIONI DI CASTEL S.ANGELO
Accessibili dal Cortile di Alessandro VI, le cosiddette Prigioni Storiche costituiscono una serie di ambienti sotterranei, la cui realizzazione, o ampliamento, si deve molto probabilmente ad Alessandro VI Borgia.
Dalla scala di accesso principale si accede a un grande ambiente rettangolare detto del Parlatoio, caratterizzato da poderose strutture metalliche, poste a sostegno dei solai nel corso di recenti restauri.
Segue uno stretto e scuro corridoio anulare lungo il quale sono disposte le basse porte d’ingresso di tre celle. Le ridotte aperture praticate in alto, poste in corrispondenza del pavimento del soprastante cortile, determinano scarse condizioni di illuminazione. Sul pavimento delle celle, protetti da grate, sono visibili alcuni scavi archeologici che permettono di individuare affioramenti delle murature romane.
Uno stretto e basso passaggio introduce alle ultime due celle, anch’esse poco illuminate da inferriate che danno sul cortile.
L’ultima cella è nota per aver ospitato per quasi un anno Benvenuto Cellini.
Il piccolo vano che si incontra subito a destra salendo, è la latrina esterna dalla quale tradizionalmente si ritiene che l'artista si sia calato in occasione della celebre evasione.
Inizialmente rinchiuso in una camera areata e soleggiata, probabilmente l’ultima verso sud del soprastante Cortile di Alessandro VI, egli raccontò nella sua Vita di essere riuscito ad evadere la notte del Corpus Domini del 1538, calandosi con una corda fatta di lenzuola tagliate e annodate.
Nuovamente ricondotto prigioniero in Castello, fu quindi segregato nella cella posta in asse con la grande cisterna per l’acqua, tutt’ora esistente sotto il pavimento del Cortile. Cellini si lamentava, oltre che dell’oscurità, delle “tarantole” e dei vermi velenosi, anche del fatto che vi “era dell’acqua assai”.
Su una parete della cella è un vetro posto a protezione di un disegno, ormai non più individuabile, raffigurante Dio Padre con un Cristo Risorto, che l’artista racconta di aver eseguito per propria consolazione durante la prigionia.(WEB)
Muito interessante artigo de ver e ler! beijos, tudo de bom,chica
RispondiEliminaCastel Sant'Angelo sempre fonte di sorpresa e bellezza, anche quando ci parla di sofferenza e cattiveria disumana. Grazie!
RispondiEliminaAntonella Ariosto
RispondiEliminaBravissima
Riesci sempre a fornire informazioni storiche e veritiere con le tue ricerche. Impressionata per il lavoro che così amorevolmente svolgi. Un abbraccio e un sorriso Silvia.
RispondiEliminaCiao Silvia un abbraccio Angelo.
RispondiEliminaRingrazio gli autori dei graditi commenti
RispondiEliminaTus entradas consiguen siempre emocionarme, las fotografías son una muestra evidente de lo que suponía esta prisionero entonces, la historia, aunque no nos guste lo que se ha hecho o sigue haciendo deberia enseñarnos a ser mejores, pero...no aprendemos
RispondiEliminaLeerte siempre es un placer para mi querida Silvia
Un abrazo
Um local histórico que nos lembra um passado de dor, solidão e sofrimento.
RispondiEliminaSilvia, eu já tinha comentado este post, deve ter ido parar a spam, pois infelizmente isso ainda acontece.
Abraços
La razza umana...non cambierà mai! Guardo le foto e mi vengono i bridi, ma anche oggi non siamo migliorati, si bombardano gli ospedali e i centri di accoglienza, che brutta razza è la razza umana.
RispondiEliminaBuona giornata.
Un luogo straordinariamente evocativo. Fra le altre cose viene da ricordare che Castel Sant'Angelo è stata l' ambientazione della Tosca di Puccini. Una visita a questi luoghi è imprescindibile.
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